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So di dire una cosa molto forte, ma penso che il fondatore del pensiero di destra italiano sia Dante Alighieri, [perché la sua] visione dell’umano, della persona, delle relazioni interpersonali, ma anche la sua costruzione politica che è in saggi diversi dalla Divina Commedia credo siano profondamente di destra (Gennaro Sangiuliano alla kermesse elettorale di Fdi, Milano, 14 gennaio 2022).
Al nostro ineffabile ministro della Cultura -si sa- piace stupire, spiazzare, sparigliare le carte del politicamente corretto. Nei giorni scorsi hanno sollevato un mare di polemiche le sue parole su Dante campione della destra patria. Molto rumore per nulla e niente di nuovo sotto il sole. Perché la sua battuta ha una lunga storia, che affonda le sue radici nel ritratto del sommo poeta con la “camicia nera” celebrato nel corso del Ventennio. Una specie di controfigura del Duce, di cui avrebbe pronosticato l’avvento in quel verso del canto trentatreesimo del Purgatorio in cui si annuncia un DVX liberatore dell’Italia dalle divisioni e dalle guerre: “un cinquecento diece e cinque,/ messo di Dio, anciderà la fuia/ con quel gigante che con lei delinque” -dove il numero romano per 515, DXV, viene anagrammato per indicare…
Potrebbe essere fuorviante raccontare Dante la Commedia Divina solo attraverso l'occhio del documentario. Divincolandosi dal genere, quella diretta da Roberta Borgonovo è un'opera vibrante che, mescolando più linguaggi, prova a illuminare la grandezza del Sommo Poeta attraverso la lettura della Divina Commedia. Un approccio artistico, scientifico ed emotivo - a volte sovraccarico - che in un lasso di tempo limitato (novanta minuti circa) cuce i tre atti dell'opera di Alighieri restituendola al pubblico con purezza, …
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(3.0 stelle su 5)
Prima di commentare le reazioni all’uscita del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano su Dante “fondatore del pensiero di destra”, è indispensabile fare due premesse. Anzitutto facciamola finita con questa storia della destra e della sinistra: come categorie politiche dotate di senso e di specificità non esistono più da quando le monarchie assolute si sono trasformate in monarchie costituzionali parlamentari, nelle quali il re (la regina) regna ma non governa, o sono state sostituite dalle repubbliche.
La divisione destra-sinistra è apparsa al tempo della Rivoluzione francese, quando nell’agosto del 1789 l’Assemblea costituente fu chiamata a dibattere la questione se il re dovesse avere diritto di veto sulle deliberazioni del consesso: chi era favorevole alla superiorità del re sull’assemblea Costituente doveva sedersi alla destra del presidente della sessione, chi era contrario doveva collocarsi a sinistra.
Risolta la questione a favore dei rappresentanti del popolo col riconoscimento della loro supremazia sui monarchi, o con l’instaurazione di repubbliche, perché la divisione destra-sinistra è diventata una categoria permanente del dibattito politico? Un intellettuale marxista vi risponderebbe che si è trattato di un espediente dell’ideologia borghese per dare l’impressione che davvero fosse arrivato il tempo della libertà politica, del libero confronto…